ALTO TRADIMENTO ALLA NAZIONE,
Chi sono i responsabili del
disastro italiano e che ruolo hanno avuto
Gli imputati di alto tradimento alla nazione non vengono processati dai
tribunali civili ma da quelli militari.
La nostra classe dirigente può essere facilmente incriminata per alto tradimento
alla nazione.
Gli uomini responsabili del tradimento sono:
Carlo Azeglio Ciampi ex presidente della repubblica ed ex governatore della
Banca d'Italia oggi Bankitalia.
Nel 1992 fu privatizzata da Ciampi contrariamente a quanto prevedeva lo statuto
che imponeva il 51% di partecipazione in mano pubblica oggi solo il 5% della ex
banca d'Italia resta in mano pubblica all'INPS che stranamente dal 1992 a oggi
non ha mai partecipato alla divisione degli utili da signoraggio.
Ciampi fu anche l'uomo che svalutò la Lira così da costrigere il governo ad
adottare l'EURO.
Mario Draghi attualmente governatore di Bankitalia nel 1992 era direttore
delegato del ministero del tesoro presieduto da Piero Barucci, fu lui a svendere
il potere economico della nazione il gruppo IRI vendendolo a banche private e
riacquistato con denaro pubblico . La maggiore banca ad aver partecipato al
saccheggio di stato fu la Goldman Sachs di cui sia Draghi e Ciampi sono membri
assieme a Romano Prodi.
Romano Prodi era presidente del gruppo IRI all'epoca
delle privatizzazioni selvagge in gergo
tecnico si definiscono liberalizzazioni.
Nel giugno 1992 si insediò il governo di Giuliano Amato.
Si trattava di un personaggio in armonia con gli speculatori che ambivano ad appropriarsi dell'Italia. Infatti, Amato, per iniziare le privatizzazioni, si affrettò a consultare il centro del potere finanziario internazionale: le tre grandi banche di Wall Street,
Merrill Lynch, Goldman Sachs e Salomon Brothers.
Le reti della Banca Rothschild, attraverso il direttore Richard Katz, misero le
mani sull'Eni, che venne svenduta. Il gruppo Rothschild ebbe un ruolo preminente
anche sulle altre privatizzazioni, compresa quella della Banca d'Italia.
Beniamino Andreatta per aver pianificato la privatizzazione dell'industria di
stato italiana. A seguito dell'attacco speculativo contro la lira provocato da
Ciampi .
Antonio Fazio, riferiva che l'Italia non poteva far nulla contro le correnti
speculative sui mercati dei cambi, perché "se le banche di emissione tentano di
far cambiare direzione o di fermare il vento (delle operazioni finanziarie) non
ce la fanno per la dimensione delle masse in movimento sui mercati rispetto alla
loro capacità di fuoco".
Le nostre autorità denunciavano il potere dell'elite internazionale, ma
gettavano la spugna, ritenendo inevitabili quegli eventi. Era in gioco il futuro
economico-finanziario del paese, ma nessuna autorità italiana pensava di poter
fare qualcosa contro gli attacchi destabilizzanti dell'élite anglo-americana.
Le nostre autorità giustificavano la svendita delle privatizzazioni dicendo che
si doveva "risanare il bilancio pubblico", ma non specificavano che si trattava
di pagare altro denaro alle banche, in cambio di banconote che valevano come la
carta straccia. A guadagnare sarebbero state soltanto le banche e i pochi
imprenditori già ricchi (Benetton, Tronchetti Provera, Pirelli, Colaninno,
Gnutti e pochi altri).
Si diceva che le privatizzazioni avrebbero migliorato la gestione delle aziende,
ma in realtà, in tutti i casi, si sono verificati disastri di vario genere, e il
rimedio è stato pagato dai cittadini italiani.
Le nostre aziende sono state svendute ad imprenditori che quasi sempre agivano
per conto dell'elite finanziaria, da cui ricevevano le somme per l'acquisto. La
privatizzazione della Telecom avvenne nell'ottobre del 1997. Fu venduta a 11,82
miliardi di euro, ma alla fine si incassarono soltanto 7,5 miliardi. La società
fu rilevata da un gruppo di imprenditori e banche., e al Ministero del Tesoro
rimase una quota del 3,5%.
Giulio Andreotti ministro per gli affari esteri all'epoca del trattato di
Maastricht, trattato che sancisce la perdita definitiva della sovranità
monetaria a favore di una moneta privata l'EURO tanto voluto da Romano Prodi.
Francesco Cossiga firmatario del trattato oramai defunto
Tutto il governo Berlusconi per aver approvato all'unanimità il 30 maggio 2008
senza alcuna consultazione popolare il Trattato di Lisbona.
Giorgio Napolitano per aver firmato li trattato venendo meno agli obblighi
impostigli dalla costituzione.
Questi sono gli uomini responsabili del disastro economico e sociale della
nazione a causa delle privatizzazioni della firma adue scabrosi trattati
internazionali a cui non è stato dato risalto da nessun media nazionale hanno
affidato il controllo della nazione alla Banca Centrale Europea, il paese è più
povero e deve pagare somme molto alte per il debito. Ogni anno viene varata la
finanziaria, allo scopo di pagare le banche e di partecipare al finanziamento
delle loro guerre. Mentre la povertà aumenta, come la disoccupazione, il lavoro
precario, il degrado e il potere della mafia.
Il nostro paese è oggi controllato da un gruppo di persone, che impongono,
attraverso istituti propagandati come "autorevoli" (Fondo Monetario
Internazionale e Banca Centrale Europea), di tagliare la spesa pubblica, di
privatizzare quello che ancora rimane e di attuare politiche non convenienti
alla popolazione italiana. I nostri governi operano nell'interesse di questa
elite, e non in quello del paese.
fonte L'Italia che non c'è
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